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La pioggia nel pineto, D'annunzio, La domenica del Classico.

Oggi, un po' per la domenica del classico un po' perché sono ispirata volevo proporvi la mia poesia preferita. Come potrete vedere dal blog io leggo solo testi in prosa, non sono una grande fan della retorica, ma la pioggia nel pineto è qualcosa di bellissimo, è la poesia migliore che io abbia mai letto.
Tutto di questa lirica è perfetto, i suoni, le parole usate, TUTTO ragazzi, tutto.
Quindi oggi vi propongo il testo integrale per chiunque non abbia mai letto tale meraviglia e proverò a spiegarvi un po' di cosa si parla. 


Taci. Su le soglie                  
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.


Avete sentito? La perfezione di questa poesia è assurda, potrete notare una continua allitterazione della ''s'' che ci fa sembrare di essere in mezzo a quella pineta e sentire la pioggia che scorre e che si cala sui pini, sui mirti e sulle tamerici.

Ovviamente questa lirica è pienissima di figure retoriche e di elementi che si riferiscono al fenomeno del panismo.
Se non sapete cosa sia il panismo, è un fenomeno sperimentato dai poeti decadenti della fine dell'ottocento ma anche dai poeti romantici e succede quando il poeta si fonde letteralmente con la natura.
Come potete vedere il panismo è molto presente in questa lirica e si deduce dal fatto che si riferisce ai loro volti come silvani, quando dice che i denti sembrano mandorle acerbe.
''E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)''
Quest'espressione anche è simbolo di panismo.
Comunque capiamo che questa lirica è tutta una fusione di Ermione e dell'autore con la natura.
Un'altra cosa che voglio farvi notare sempre per elogiare il lavoro di D'Annunzio ed è che se girate il testo vi sembrerà che i versi stiano piovendo, girate proprio lo schermo del vostro cellulare, pc o qualunque cosa stiate usando, i versi sono stati messi in modo da sembrare pioggia.

Ditemi cosa ne pensate di questa lirica, io la adoro ed è la mia preferita.


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