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Qualcuno con cui correre - recensione.


Questo romanzo scritto da David Grossman e pubblicato nel 2000 natta la storia di una ragazzo adolescente molto timido ed impacciato che durante l'estate lavora nel municipio di Gerusalemme.

Un giorno gli viene assegnato il compito di trovare il padrone di una cagna che è stata abbandonata per strada, Dinka, e di portare una multa da pagare al suo proprietario.
Lui si affezionerà alla cagna che lo porterà a conoscere molte cose, prima una suora di clausura Dorothea, e poi Leah, la proprietaria di un ristorante. 
Tutte queste persone e questi giri lo riporteranno alla proprietaria della cucciola, Tamar, che in quel momento era impegnata nella ricerca di suo fratello Shay, che per colpa di alcune brutte conoscenze si ritrova incastrato in un brutto circolo di ''drogati'' quello di Pessah, da cui ha difficoltà ad uscire. 
Tamar aveva pianificato tutto per tirare fuori suo fratello dai guai, i razionamenti di cibo che gli sarebbero serviti durante l'astinenza quando l'avrà liberato, l'acqua, tutto, ed è nel momento della disintossicazione che Assaf conosce Tamar, e lei avrà finalmente ''qualcuno con cui correre'' proprio come dice il titolo del libro, qualcuno che sia in grado di aiutarla nel bene e nel male a far uscire suo fratello dai guai.

Questo libro, come dice la trama, porta appresso un significato molto forte, ed è la difficoltà dall'uscire da una dipendenza come quella dalla droga, e la difficoltà ad uscirne da soli. 
Il circolo di Pessah rappresenta metaforicamente la mente, e tutte le volte che ci diciamo che non riusciremo mai a farcela, che saremo convinti che non sia possibile e rimaniamo incastrati in quelle idee quando l'uscita è facile.
Ma poi vengono i nostri cari a salvarci.

Consiglio vivamente la lettura di questo libro, è scorrevole, scritto benissimo, lento nei punti giusti per farvi assaporare pienamente il colpo di scena, si legge in due giornate senza staccarsi.

La mia valutazione è otto su dieci.

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