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Riassunto e commento de "Il Piacere" di Gabriele D'Annunzio: La domenica del classico

Image result for il piacere d'annunzioPer la domenica del classico oggi porto un libro, ovviamente classico, che è  uno dei più importanti scritti italiani e che rappresenta in tutto e per tutto l'estetismo, potremmo considerarlo quasi come un Ritratto di Dorian Gray ma per gli italiani.
Il piacere viene pubblicato nel 1889 e scritto da Gabriele D'annunzio quando aveva appena ventisei anni.
Questo romanzo narra la vicenda del conte Andrea Sperelli, un ragazzo appena ventunenne che viene educato dal padre con un'educazione viva, viene educato viaggiando e leggendo e gli viene insegnato il culto del bello, gli viene insegnato di circondarsi solo di cose belle e di fare della sua vita come un'opera d'arte.
Quando il padre viene a mancare Andrea si trasferisce a Roma dove fa la conoscenza di Elena Muti, intraprendono una passionale storia d'amore, la malattia di Elena li legherà ancora di più ma lei lo lascerà dopo poco e lui si lancerà nella vita mondana iniziando a frequentare diverse donne ed aumentando le ire dei mariti e pretendenti di queste ultime, per via di questo suo atteggiamento Sperelli, si ritrova con una ferita sul torace e quindi decide di recarsi a Ferrara dalla sua cugina la marchesa d'Ataleta. 
Durante il suo soggiorno a Ferrara fa la conoscenza di Maria Ferres, una giovane donna sposata con il ministro del Guatemala che attira subito la sua attenzione. 
Da lì inizierà la loro ''relazione'' platonica, perché infatti non avranno mai un coinvolgimento ''fisico'' fino a quasi la fine del libro dove però, Andrea, commetterà l'errore di chiamare Elena Maria.
Finisce così questo libro, con uno Sperelli sconfitto che ha perso entrambe le donne che amava.

In questo libro possiamo trovare tutti i caratteri del decadentismo e dell'estetismo.
In primo luogo vi è la figura della donna ambigua e sensuale, rappresentata da Elena, dopo di che vi è rappresentato il vitalismo dalla voglia di vivere che acquisisce Andrea dopo che viene ferito a duello, vi sono molti riferimenti alla natura. Poi vi è l'esteta. 
Il testo è molto ricco di preziosismi sempre per inseguire i canoni estetici, ci sono tantissimi latinismi, ci sono intere frasi scritte in latino o in altre lingue, il linguaggio è molto aulico e vengono usate tantissime figure retoriche specialmente quelle appartenenti al movimento del simbolismo come le analogie e le sinestesie. 

Ho deciso che d'ora in poi non valuterò più i libri della domenica del classico siccome i classici, belli o brutti che siano vanno letti, insegnano sempre qualcosa.
Questo in particolare non mi è per nulla dispiaciuto, D'annunzio è ovviamente un genio, il linguaggio presente in questo romanzo è raffinatissimo ed è ammirevole il fatto che l'avesse scritto ad una così giovane età.
Ne consiglio quindi la lettura. 

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