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Come scrivere un libro, parte due - la struttura.

Con questo articolo, il secondo della serie, qui trovate il primo, è importante per un motivo di ordine che voi leggiate prima il primo e poi il secondo, parleremo quindi oggi della struttura che dovrebbe avere il vostro libro.

Sull'articolo di ieri mi sono dimenticata di specificare che questi sono gli accorgimenti che hanno funzionato per me e che mi hanno permesso di redigere qualcosa di sensato, quindi capisco che qualcuno possa trovarli insensati o poco corretti.
Oggi parleremo quindi della struttura che dovrebbe avere un libro e soprattutto della grammatica e dell'ortografia.
Prima di tutto il testo VA GIUSTIFICATO.
Cosa costa schiacciare il tastino che giustifica il testo?
A patto che non abbiate scritto una poesia e con i versi lunghi e corti vogliate enfatizzare qualcosa e che quindi il motivo per cui non giustificate ha senso, fatelo sempre. Darà un senso di ordine alla vostra opera.
Dopo di che, sempre in modo che tutto sia lineare, decidete come volete dividere il vostro libro, questo potete decidere di farlo alla fine, secondo me è più faticoso, decidete se volete dividerlo in capitoli o no, ad esempio io per il mio primo libro non ho optato per la divisione in capitoli ma per una divisione in parti affinché ogni parte equivalesse ad un anno della vita del protagonista.
Mentre il secondo libro è diviso in capitoli, per ogni capitolo equivale un giorno, ecco decidete come dividere il vostro libro facendo comunque in modo che non si veda un distacco troppo netto e che la storia continui ad essere fluida, e mi raccomando, quando dividete in capitoli non lasciate gli spazi, se il vostro libro verrà scelto da una casa editrice sarà compito dell'impaginatore impostare gli spazi e altre cose del genere.
L'ortografia non va trascurata, se avete dubbi su come si usa un accento o un apostrofo, cercate sul dizionario, niente ripetizioni, usate i sinonimi, niente rime, usate altri sinonimi, ricordatevi che i congiuntivi esistono, ho letto molti ''...e se se si era fatto male?'' qui ci va il congiuntivo, esiste, usatelo.
Quando scrivete storie ambientate in altri paesi all'interno delle quali i protagonisti non hanno nulla a che fare con l'Italia, nella bozza non sono ammesse espressioni dialettali tipicamente italiane, è un'incoerenza, ad esempio ho potuto vedere ''porella'' ''non c'avevo voglia'' e altro ancora, a patto che non stiate scrivendo un libro ambientato a Brescia ed il protagonista è bresciano, non usate ''pota'', questo è solo un esempio ma mi è capitato di vedere libri di autrici esordienti in cui i protagonisti sono americani e usano espressioni tipicamente italiane.
Non mettete banalità all'interno del vostro libro, non mettete cose già viste perché appunto sono già viste, cercate di capire cosa non piace ai lettori, a questo scopo mi hanno molto aiutato a comprendere cosa era meglio evitare canali youtube in cui coloro che filmavano ''setacciavano'' completamente dei libri facendo luce sui loro difetti, vi posso consigliare i seguenti canali: 
La serie del libro di melma di Ilenia Zodiaco, dove occasionalmente parla di libri molto brutti mettendo in risalto praticamente tutto ciò che in un libro non dovrebbe esserci: https://www.youtube.com/playlist?list=PLPapjzFzPVYG-r0QdbhISN1qhTpKIVe03
La serie #librotrash di Matteo Fumagalli, stessa cosa: https://www.youtube.com/playlist?list=PLjJol2nwwaNTmoBqFWOjzL5u6qTg72SIA.
Se nel vostro romanzo ci sono tutte le cose che loro criticano, cambiate strategia, vi segnalo anche alcuni articoli che ho scritto io su alcuni libri per presentarvi qualche errore che potreste aver fatto qui e qui.
Ci sono altri siti di editor su internet che possono far luce sui vostri dubbi come ad esempio Sara Gavioli.
Prima di spedire il romanzo alle case editrici fate fare una revisione di bozze ad un revisore di vostro gradimento oppure potrei farlo io, trovate le informazioni sul servizio di revisione bozze offerto dal blog qui.

Quindi i segreti sono: non cadete nel banale e scrivete un testo corretto.

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